Restauro
Santuario della Beata Vergine dei prati di Moscazzano
2022
L’analisi del degrado e le proposte progettuali si riferiscono ad un’attenta lettura del quadro materico patologico effettuata a più riprese, direttamente in campagna.
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Tutte le informazioni acquisite in questa prima fase sono state poi confortate da una serie di indagini diagnostiche di tipo chimico fisico sugli intonaci, sulle pitturazioni e sugli stucchi ed elementi ornamentali in marmo. Oltre a questo tipo di informazioni si è riusciti ad approfondire l’analisi storica relativa agli interventi effettuati nel corso dei secoli.
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La filosofia del progetto resta comunque quella di un’esecuzione calibrata essenzialmente finalizzata alla conservazione dell’intero edificio monumentale, evitando il più possibile sostituzioni e rifacimenti nella logica del minimo intervento, utilizzando il più possibile materiali naturali.
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L’intervento sul Santuario consiste principalmente nel restauro conservativo dell’apparato decorativo e pittorico nella sua globalità con i materiali lapidei naturali ed artificiali, le dorature ed i manufatti lignei.
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Tutte le lavorazioni di pulitura, consolidamento e protezione sono precedute da campionature e test onde valutare i migliori prodotti, materiali e metodologie da impiegarsi ed i relativi tempi di esecuzione, previa campagna fotografica.
Gli interventi proposti mirano a realizzare un adeguato restauro del Tempio, previa eliminazione delle cause del degrado e la successiva valorizzazione della sua monumentalità.
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Salendo sul presbiterio e raggiungendo il piccolo coro, si può ammirare sulla parete absidale, incastonata in una elegante edicola quadrata, un'immagine antichissima, databile fra il trecento e gli inizi quattrocento, risalente alla scuola lodigiana, raffigurante una Madonna seduta sul trono col Bambino al centro fra due angeli, realizzata con la tecnica ad encausto.
Tutti gli interventi ci conservazione pittorici sono seguiti alla realizzazione di uno scannafosso perimetrale esterno che permettesse la traspirazione della muratura ipogea, con una continua areazione in tutto il condotto.
Restauro conservativo palazzetto liberty
2020
Si è eseguito un delicato Restauro conservativo dei fronti esterni risalenti ai primi ‘900 in conglomerato cementizio e intonaco di calce ai livelli superiori.
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L’intervento è stato eseguito con un lavaggio generale di acqua nebulizzata, impacchi, ablazione laser delle croste nere più insistenti, stuccature delle microfessurazioni, previa la rimozione delle stuccature malfatte e troppo evidenti.
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Le coloriture ritrovate dopo la prima fase di pulitura e ricerca nei campi intonacati verranno rispettate e riprese a velatura.
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Particolare attenzione alla torre che tutt'ora presenta aggetti importanti, evidenziando nel centro della facciata un piccolo bocciolo che individuava l'accesso al ritrovo del "Confraternita della Rosa".
Restauro conservativo della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Crema
2014
La Cattedrale di Crema, splendido esempio di architettura romanica, edificata sopra ad un impianto basicale risalente al XI secolo circa, ha subito nel corso dei secoli XII e XIII due ricostruzioni, ma soprattutto due grandi restauri, il primo nel 1777-1779 dove si veste in stile barocco e il secondo negli anni 1952-1959 dove invece viene spogliato di tutte le sovrastrutture marmoree e le dorature lignee settecentesche per ritornare allo stile romanico lombardo.
Sua Ecc. Mons. Oscar Cantoni, Vescovo di Crema, nel 2006 decide di costituire una Commissione per la revisione programmata generale della Cattedrale con l’adeguamento liturgico degli spazi celebrativi.
Da qui si è incominciato un percorso di studi, organizzativo e progettuale congiunto della Commissione Diocesana e di tecnici professionisti, volto alla conservazione del monumento simbolo della Diocesi, nel rispetto dell’opera e dei suoi elementi decorativi esterni ed interni, i paramenti murari, gli affreschi, le pietre nonchè la pavimentazione in cocciopesto. Si è rivisto, inoltre, tutto l'impianto luci con una nuova illuminazione a led e un nuovo impianto fonico.
Sono state eliminate anche le barriere architettoniche con l'inserimento di una pedana lignea, in corrispondenza della porta laterale nord.
I lavori sono incominciati sul finire del 2010, partendo dal ripasso generale delle coperture e delle lattonerie per poi concentrare l’attenzione soprattutto sul restauro conservativo dell’imponente facciata, elegante e raffinata, completamente in cotto e di tutti i fronti esterni.
Dall’esterno si è poi passati alla conservazione interna: intonaci delle volte, gli affreschi quattrocenteschi alle pareti, i costoloni e le nervature degli archi in cotto e gli stucchi e i marmi delle quattro cappelle barocche, del Crocefisso, di San Pantaleone, della Madonna e del fonte battesimale.
I lavori sono stati ultimati nel 2014.
Particolare attenzione è stata riservata alla conservazione della pavimentazione in cocciopesto e alla cripta, la parte più antica, risalente all'anno 1000 con l’inserimento di passerelle sospese in cristallo trasparente, per poter raggiungere l'altarolo senza danneggiare le antiche mura, precedenti all'assedio di Crema da parte di Federico Barbarossa.
Il progetto di restauro conservativo ha interessato, successivamente, anche la parte superiore della cella campanaria (fino alla girotta) del campanile della Chiesa Cattedrale “Santa Maria Assunta” di Crema.
Le operazioni da compiersi sulla parte in oggetto riguardano esclusivamente interventi di tipo
conservativo volti a eliminare i fenomeni in atto, sia l'aspetto superficiale del bene che la ricomposizione degli elementi che lo costituiscono per la sola parte relativa ai giunti di malta, il cui rifacimento è assolutamente necessario per non pregiudicare la stabilità del manufatto.
Per quanto riguarda la situazione statica si ritiene necessario procedere ad un ulteriore campagna diagnostica di approfondimento da compiersi in sede di cantiere operativo, stante l'attuale impossibilità di procedere con qualsiasi operazione di analisi approfondita vista la difficoltà di accedere al manufatto in modo sufficientemente sicuro e operativamente efficace.
Per pulire lo sporco generalizzato e poco adeso si procede con una semplice operazione manuale delicata mediante spazzole di saggina, avendo cura di procedere dall'alto verso il basso e di esercitare una minore azione in presenza di modanature o motivi ornamentali.
Per le zone interessate da una crosta più adesa, invece, è necessario ricorrere all'azione detergente dell'acqua deionizzata da utilizzarsi con un impianto atomizzatore che, riducendola in una nebbia di vapore, esplica la sua azione esclusivamente per via chimica riducendo alla quasi nullità l'azione meccanica dovuta allo scorrimento sulle pareti.
Per la rimozione del deposito algale e dei licheni si procede con un trattamento biocida, da compiersi in situazione protetta per l'operatore e per l'ambiente circostante, con una sostanza idonea all'infestante in essere e quindi da decidere in sede di cantiere a cui seguirà una blanda azione meccanica, svolta con scope di saggine, per rimuovere fisicamente l'infestante, avendo cura di non approfondire eccessivamente l'azione per non danneggiare il sub-strato.
Per le fessurazioni dei mattoni si utilizza una stuccatura con un impasto di malta di calce, da usarsi anche per la realizzazione di stuccature salva-bordo del paramento in mattoni, intendendo con questo una stesura di calce in grado di fermare i bordi di una potenziale lacuna dell'intero paramento così da impedire l'ulteriore progressione della stessa.
Queste stuccature, stese con spatola a foglia saranno composte esclusivamente con grassello di calce e coccio-pesto e dovranno essere rigorosamente prive di sali e cemento: il raggiungimento di un tono cromatico e di una granulometria compatibile con il mattone saranno ottenute esclusivamente mescolando al coccio-pesto sabbie lavate e prive di componenti organici o sali.
La stuccatura sarà realizzata leggermente sotto squadro rispetto la superficie del mattone.
Per il trattamento dei lacerti d'intonaco dipinto presenti all'interno della balaustra si procederà con le solite puliture del materiale incoerente e di eventuali depositi di muschi e licheni per procedere poi con iniezioni consolidanti per evitare il distacco del supporto ed operazioni di riadesione delle scaglie sollevate con la realizzazione di stuccature salva-bordo per le zone perimetrali del lacerto; il tutto verrà poi trattato con materiali consolidanti per evitare l'eccessiva polverizzazione del tutto.
La riadesione al supporto si realizzerà procedendo con l'esecuzione di piccoli fori, mediante trapano a sola rotazione, così da raggiungere la tasca di sollevamento dove, in prima istanza si inietterà, dell'acqua deionizzata per pulire la zona.
Successivamente, sempre con l'ausilio di siringhe, si inietterà un impasto a base di grassello di calce e sabbia opportunamente liquida così da riempire la tasca con materiale consolidante.
Terminato il restauro generale, ci si è poi dedicati al restauro del Campanone risalente al '700, affidandolo agli esperti artigiani dell'impresa Grassmayr di Innsbruck, Austria.
Per la sua estrazione si sono eseguiti lavori alla cella campanaria rimuovendo la coppia di colonne, dopo aver messo in sicurezza gli archi superiori, per poi procedere al ripristino una volta rientrata la campana nella sua collocazione originaria.