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Monumenti

Monumento dedicato agli operatori sanitari durante la pandemia da COVID-19

2022

L’immagine del monumento vuole trasmettere all’osservatore, attraverso l’impiego di forme e materiali, un insieme di messaggi che suscitino gratitudine verso tutti gli operatori sanitari di ogni livello, affinchè nessuno dimentichi l’impegno con cui si sono prodigati con generosità in questi due difficili anni di pandemia.

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Si tratta di una composizione di pietra e acciaio brunito, la cui forma vede concretizzarsi quattro distinte visioni spazio temporali

La prima è quella della nostra società, non più legata ai fattori sociali primordiali e naturali, ma sofisticata al punto da poter essere anche raffigurata con la forma solida per eccellenza, il cubo, il primo solido platoniano, perfetto nelle sue dimensioni.

E’ una forma inesistente in natura, è il prodotto sintetizzato dalla capacità di astrazione della mente umana, simbolo e immagine della storia della società, fatta di tante culture che si sono formate, fuse e sviluppate, la cui tendenza è l’integrazione e la condivisione della conoscenza, messa a servizio di un progresso antropico e scientifico costante.

Questo prisma deve restare in equilibrio tra il bene e il male, tra il progresso della civiltà e le forze, a volte catastrofiche, della natura, la sofferenza e le guerre.

 

La nostra società si credeva inviolabile e proiettata verso la ricerca di un futuro migliore per tutta l’umanità.

Poi arriva la malattia oscura, la pandemia, che divide la società, divide nella stessa gestione dell’emergenza e allontana anche gli esseri umani, con le restrizioni necessarie per isolare il male.

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La seconda visione è luce, uno spiraglio di luce.

Poi per merito della scienza, della ricerca, della medicina e dell’ingegno umano, rappresentati dal triangolo, simbolo dell’intelligenza e che è posto nel cuore del monumento, la flebile luce in fondo al tunnel si fa più intensa, il tunnel è diventato un varco tra  le due ali di sofferenza dell’umanità.

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Il varco si fa sempre più aperto sino ad illuminare tutto, con la sempre vigile presenza della scienza e di tutti gli operatori sanitari di ogni grado: dal ricercatore, al medico, all’infermiere, all’operatore, all’addetto, al dirigente, all’impiegato, ad ogni volontario.

Quanto impegno, quanta dedizione, quanto amore e quanto sacrificio.

Eccolo l’impegno di tutti, anche quello di coloro che non sono noti, sono gli operatori poco visibili, ma che ci sono e sono importanti, sono il personale di sostegno ai medici e agli infermieri, coloro che svolgono il lavoro di cura e di intimo servizio al malato: tutti rappresentati nelle due barre tese, che sostengono il triangolo della scienza e che con il loro impegno sostengono anche la società.

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La terza visione è la nostra bandiera, il tricolore, che sventola fiero oltre il varco, che rappresenta la nostra Costituzione, che garantisce la salute a tutti i cittadini, che ci rappresenta tutti, e rappresenta anche chi non c’è più, che rappresenta ogni donna e uomo integrati in questa nostra Italia, che rappresenta le nostre fedeli Forze Armate e i Corpi dello Stato, i quali hanno collaborato con tanta dedizione con la Sanità nazionale, anche qui da noi, a Crema.

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La quarta visione è quella finale … apro gli occhi e vedo un fiore.

E’ un semplice fiore, il simbolo più puro e ingenuo dell’amore e della fragilità dell’uomo rispetto alla natura e alla malattia, ma è anche il più spontaneo simbolo della gratitudine.

La frase che noi architetti abbiamo voluto incidere sul basamento del monumento, riassume tutte le visioni, vuole essere messaggera di speranza e di auspicio al rispetto e alla tutela della vita,  sempre.

Leggetela ogni volta che attraverserete questo largo:

“Come un fiore mi apro alla vita”.

Monumento dedicato ai martiri di Nassirija

2019

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L’immagine complessiva del monumento, vuole trasmettere all’osservatore, tramite l’uso di forme suggestive e di materiali specifici, un insieme di messaggi che uniscano sentimenti di gratitudine e di patriottismo, come di seguito descritto in sintesi:

- il marmo è simbolo di tenacia (è il nostro marmo di Botticino);

- il nero opaco della crepa verticale, simboleggia la viltà, l'orrore, la distruzione, il distacco, i sentimenti di odio, la morte;

- l’erba verde che sbuca e cresce libera dalla crepa nel terreno, simboleggia la vita che riprende e vince sempre, la Rinascita e la Speranza, i buoni sentimenti;

- il nostro Tricolore che si eleva alla fine della crepa nel suolo, come il virgulto che sbuca dalle rovine della guerra, è segno che nonostante la dura prova e il sangue versato, le nostre Forze Armate superano ogni avversità e garantiscono sempre una rassicurante presenza per noi e per tutti gli altri popoli;

- le barre d'acciaio inossidabile, diciannove come i nostri caduti, simboleggiano la forza insita nei nostri soldati che garantisce sempre il successo, anche con il sacrificio ultimo, e impedisce la distruzione e il distacco, nonostante il potere distruttivo dell'avversario;

- la brillantezza dell'acciaio, è segno dell'incorruttibilità del soldato di fronte ad ogni sfida, anche con sprezzo del pericolo.

Guardando attraverso la crepa verticale, tenuta insieme dalle diciannove barre di acciaio, che impediscono la rottura e la ricuciono con il loro operato, lo sguardo volge a Nassiriya (circa 115  gradi est).

 

Tuttavia, tra l'osservatore e il luogo del martirio, sventola sempre il Tricolore, quale segno inequivocabile del legame eterno tra noi e chi per noi ha dato la vita.

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Monumento dedicato ai martiri delle foibe 

2008

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La lapide commemorativa, dedicata ai martiri delle foibe, è stata realizzata volutamente con una lastra di marmo giallo d’Istria, incisa e raffigurante la forma della costa istriana.

La collocazione scelta dall’Amministrazione comunale di Crema è il fianco laterale nord del teatro San Domenico, che si affaccia proprio sulla piazza Istria e Dalmazia.

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